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32 xvi - temistocle


l’insolenza a punir: piú grandi imprese

poi tenterem. Di soggiogare io spero,
con Temistocle al fianco, il mondo intero
Temistocle. E a questo segno arriva,
generoso mio re...
Serse.   Va’, ti prepara
a novelli trofei. Diran poi l’opre
ciò che dirmi or vorresti.
Temistocle.   Amici dèi,
chi tanto a voi somiglia
custoditemi voi. Fate ch’io possa,
memore ognor de’ benefizi sui,
morir per Serse o trionfar per lui.
          Ah! d’ascoltar giá parmi
     quella guerriera tromba,
     che fra le stragi e l’armi
     m’inviterá per te.
          Non mi spaventa il fato,
     non mi fa orror la tomba,
     se a te non moro ingrato,
     mio generoso re. (parte)

SCENA III

Serse, poi Rossane, indi Sebaste.

Serse. È ver che opprime il peso

d’un diadema real, che mille affanni
porta con sé; ma quel poter de’ buoni
il merto sollevar, dal folle impero
della cieca fortuna
liberar la virtú, render felice
chi non l’è, ma n’è degno, è tal contento,
che di tutto ristora,
ch’empie l’alma di sé, che quasi agguaglia,