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atto primo | 27 |
SCENA XIV
Sebaste solo.
M’arride il ciel: Serse è d’Aspasia amante;
irritata è Rossane. In lui l’amore,
gli sdegni in lei fomenterò. Se questa
giunge a bramar vendetta.
un gran colpo avventuro. A’ molti amici,
ch’io posso offrirle, uniti i suoi, mi rendo
terribile anche a Serse. Al trono istesso
potrei forse... chi sa? Comprendo anch’io
quanto ardita è la speme;
ma fortuna ed ardir van spesso insieme.
Fu troppo audace, è vero,
chi primo il mar solcò,
e incogniti cercò
lidi remoti.
Ma senza quel nocchiero
sí temerario allor,
quanti tesori ancor
saríano ignoti! (parte)