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atto primo 23


s’armeranno i miei regni; e quindi appresso

fia Temistocle e Serse un nome istesso.
Temistocle. Ah! signor, fin ad ora
un eccesso parea la mia speranza,
e pur di tanto il tuo gran cor l’avanza.
Che posso offrirti? i miei sudori? il sangue,
la vita mia? Del benefizio illustre
sempre saran minori
la mia vita, il mio sangue, i miei sudori.
Serse. Sia Temistocle amico
la mia sola mercé. Le nostre gare
non finiscan però. De’ torti antichi
se ben l’odio mi spoglio,
guerra con te piú generosa io voglio.
          Contrasto assai piú degno
     comincerá, se vuoi,
     or che la gloria in noi
     l’odio in amor cambiò.
          Scórdati tu lo sdegno,
     io le vendette obblio;
     tu mio sostegno, ed io
     tuo difensor sarò. (parte con Sebaste e séguito)

SCENA X

Temistocle solo.

Oh, come, instabil sorte,

cangi d’aspetto! A vaneggiar vorresti
trarmi con te. No; ti provai piú volte
ed avversa e felice; io non mi fido
del tuo favor; dell’ire tue mi rido.
          Non m’abbaglia quel lampo fugace;
     non m’alletta quel riso fallace;
     non mi fido, non temo di te.