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atto primo 195


Alessandro.   Olá! cessate

dagl’insulti, o guerrieri; e si rispetti
d’Antigono la vita.
Antigono.   Infausto dono
dalla man d’un nemico!
Alessandro.   Io questo nome
dimenticai, vincendo. Hanno i miei sdegni
per confine il trionfo.
Antigono.   E i miei non sono
spoglia del vincitor. Ma Berenice,
oh dèi! vien prigioniera. A questo colpo
cede la mia costanza.

SCENA VIII

Berenice fra custodi, e detti.

Berenice.   Io son, lo vedo,

fra’ tuoi lacci, Alessandro, e ancor nol credo.
A’ danni di chi s’ama, armar feroce
i popoli soggetti
è nuovo stil di conquistare affetti.
Antigono. (Mille furie ho nel cor.)
Alessandro.   Guardami in volto,
principessa adorata, e dimmi poi
qual piú ti sembri il prigionier di noi.
Ismene. (Infido!)
Antigono.   (Audace!)
Alessandro.   Io di due scettri adorna
t’offro la destra, o mio bel nume, e voglio
che mia sposa t’adori e sua regina
Macedonia ed Epiro. Andiam. Mi sembra
lungo ogni istante. Ho sospirato assai.
Antigono. Ah! tempo è di morir. (vuol uccidersi)
Ismene. (trattenendolo)  Padre, che fai?