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atto primo | 143 |
Amilcare. Addio:
Publio seguir degg’io. Mia vita, oh quanto,
quanto ho da dirti!
Barce. E nulla dici intanto.
Amilcare. Ah! se ancor mia tu sei,
come trovar sí poco
sai negli sguardi miei
quel ch’io non posso dir?
Io, che nel tuo bel foco
sempre fedel m’accendo,
mille segreti intendo,
cara, da un tuo sospir. (parte)
SCENA X
Attilia e Barce.
congiura a’ danni suoi.
Barce. Giá che il senato
non decise finor, molto ti resta,
Attilia, onde sperar. Corri, t’adopra,
parla, pria che di nuovo
si raccolgano i padri. Adesso è il tempo
di porre in uso e l’eloquenza e l’arte.
Or l’amor de’ congiunti,
or la fé degli amici, or de’ romani
giova implorar l’aita in ogni loco.
Attilia. Tutto farò; ma quel ch’io spero è poco.
Mi parea del porto in seno
chiara l’onda, il ciel sereno;
ma tempesta — piú funesta
mi respinge in mezzo al mar.