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atto terzo | 109 |
Zopiro. Parti, o l’uccido.
Radamisto. Ah, fiera! ah, mostro! ah, delle furie istesse
furia peggior! Da quell’infame petto
voglio svellerti... (avanzandosi)
Zopiro. Osserva. (in atto di ferir Zenobia)
Radamisto. (ritirandosi) Ah, no! Ma dove,
dove son io? Chi mi consiglia? Ah, sposa!...
Ah, traditor!... Che affanno! A un tempo istesso
freme l’alma e sospira.
Mi straccia il cor la tenerezza e l’ira.
Zopiro. Tu, Zenobia, vien’ meco; (a Zenobia)
(a Radamisto) e tu, se estinto
rimirarla non vuoi,
guardati di seguirci.
Radamisto. Al mio furore
cede giá la pietá.
Zopiro. Vieni. (a Zenobia)
Zenobia. E lo sposo
m’abbandona cosí?
Radamisto. No. Cadi ormai!...
(volendo assalir Zopiro)
Zopiro. E tu mori!... (in atto di ferir Zenobia)
Radamisto. Odi, aspetta.
SCENA IV
Tiridate e detti.
Zopiro. Oimè!
Tiridate. Cedimi il ferro. (procura levargli lo stile)
Zopiro. Ah, son perduto!
(lascia lo stile, e fugge)
Radamisto. Perfido! invan mi fuggi. (seguendolo furioso)