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34 xi - olimpiade


Creta è sua patria. Egli deriva ancora

dalla stirpe real: ma, piú che ’l sangue,
l’amicizia ne stringe; e son fra noi
sí concordi i voleri,
comuni a segno e l’allegrezza e ’l duolo,
che Licida ed Egisto è un nome solo.
Licida. (Ingegnosa amicizia!)
Clistene.   E ben, la cura
di condurti la sposa
Egisto avrá. Ma Licida non debbe
partir senza vederla.
Megacle.   Ah! no, sarebbe
pena maggior. Mi sentirei morire
nell’atto di lasciarla. Ancor da lunge
tanta pena io ne provo...
Clistene.   Ecco che giunge.
Megacle. (Oh me infelice!)

SCENA VII

Aristea e detti.

Aristea. (non vedendo Megacle) (All’odiose nozze

come vittima io vengo all’ara avanti!)
Licida. (Sará mio quel bel volto in pochi istanti.)
Clistene. Avvicinati, o figlia: ecco il tuo sposo.
(tenendo Megacle per mano)
Megacle. (Ah! non è ver.)
Aristea.   Lo sposo mio!
  (stupisce vedendo Megacle)
Clistene.   Sí: vedi
se giammai piú bel nodo in ciel si strinse.
Aristea. (Ma, se Licida vinse,
come il mio bene?... Il genitor m’inganna.)
Licida. (Crede Megacle sposo e se n’affanna.)