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atto primo 221


ogni giorno mi trovo,

e ogni giorno al mio sguardo Ulisse è nuovo.
          Si varia in ciel talora,
     dopo l’estiva pioggia,
     l’iride si colora,
     quando ritorna il sol.
          Non cambia in altra foggia
     colomba al sol le piume,
     se va cambiando lume,
     mentre rivolge il vol. (parte)

SCENA XIII

Deliziosa nella reggia di Licomede.

Achille e Deidamia, poi Licomede e Teagene.

Deidamia. No, Achille, io non mi fido

di tue promesse. A Teagene in faccia
non saprai contenerti: il tuo calore
ti scoprirá. Parti, se m’ami.
Achille.   Almeno
qui tacito in disparte
lascia ch’io vegga il mio rivale.
Deidamia.   Oh Dio!
t’esponi a gran periglio. Eccolo.
Achille. (turbandosi) Ah! questo
dunque è l’audace? E ho da soffrir?...
Deidamia.   Nol dissi?
giá ti trasporti.
Achille.   Un impeto primiero
fu questo: è giá sedato. Or son sicuro.
Deidamia. Tu parlerai.
Achille.   Non parlerò, tel giuro.
  (si ritira in disparte)