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atto primo | 213 |
non osar d’inoltrarti
senza dirmi chi sei. Questa è la legge:
il mio re la prescrisse.
Ulisse. Si ubbidisca alla legge: io sono Ulisse.
Nearco. Ulisse! I detti audaci
scusa, eroe generoso. Al re men volo
con sí lieta novella. (vuol partire)
Ulisse. (esaminandolo attentamente) Odi. E tu sei
servo di I.icomede?
Nearco. Appunto.
Ulisse. Il nome?
Nearco. Nearco.
Ulisse. Ove nascesti?
Nearco. Nacqui in Corinto.
Ulisse. E da’ paterni lidi
perché mai qui venisti?
Nearco. Io venni... Oh Dio!
signor, troppo m’arresti; e il re frattanto
non sa chi giunse in porto.
Ulisse. Va’ dunque.
Nearco. (Ah! ch’io fingea s’è quasi accorto.) (parte)
SCENA V
Ulisse ed Arcade.
la nostra impresa.
Arcade. Onde la speme?
Ulisse. Udisti?
rimirasti colui? Sappi che il vidi
di Peleo in corte, ha giá molt’anni. Ei finse
patria e nome con noi; ma giá confuso
era alle mie richieste. Ah! menzognera