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180 | xiii - la clemenza di tito |
Al mio spirto, dal seno disciolto,
la memoria di tanti martíri
sará dolce con questa mercé.
(parte con Publio e guardie)
SCENA XVI
Vitellia sola.
Misera! che farò? Quell’infelice,
oh Dio! muore per me. Tito fra poco
saprá il mio fallo, e lo sapran con lui
tutti, per mio rossor. Non ho coraggio
né a parlar, né a tacere,
né a fuggir, né a restar. Non spero aiuto,
non ritrovo consiglio. Altro non veggo
che imminenti ruine; altro non sento
che moti di rimorso e di spavento.
Tremo fra’ dubbi miei;
pavento i rai del giorno;
l’aure, che ascolto intorno,
mi fanno palpitar.
Nascondermi vorrei,
vorrei scoprir l’errore:
né di celarmi ho core,
né core ho di parlar. (parte)