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174 xiii - la clemenza di tito


SCENA XI

Sesto, Vitellia, Tito, Servilia ed Annio
col manto di Sesto.

Annio.   (Potessi

Sesto avvertir. M’intenderá.) (a Tito) Signore,
giá l’incendio cedé; ma non è vero
che il caso autor ne sia. V’è chi congiura
contro la vita tua: prendine cura.
Tito. Annio, il so... Ma che miro! (a parte a Servilia)
Servilia, il segno, che distingue i rei,
Annio non ha sul manto?
Servilia.   Eterni dèi!
Tito. Non v’è che dubitar. Forma, colore,
tutto, tutto è concorde.
Servilia. (ad Annio)  Ah, traditore!
Annio. Io traditor!
Sesto.   (Che avvenne!)
Tito.   E sparger vuoi
tu ancora il sangue mio?
Annio, figlio, e perché? che t’ho fatt’io?
Annio. Io spargere il tuo sangue! Ah! pria m’uccida
un fulmine del ciel.
Tito.   T’ascondi invano:
giá quel nastro vermiglio,
divisa de’ ribelli, a me scoperse
che a parte sei del tradimento orrendo.
Annio. Questo! Come!...
Sesto.   (Ah, che feci! Or tutto intendo.)
Annio. Nulla, signor, m’è noto
di tal divisa. In testimonio io chiamo
tutti i numi celesti.
Tito. Da chi dunque l’avesti?
Annio. L’ebbi... (Se dico il ver, l’amico accuso.)