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34 vi - semiramide



SCENA VII

Appartamenti terreni.

Ircano, trascinando a forza Sibari.

Ircano. Sieguimi; invan resisti.

Sisari. Ma che vuoi?
Ircano.   Che a Tamiri
discolpi il mio rifiuto.
Sibari.   E come?
Ircano.   A lei
scoprendo il ver. Tu le dirai ch’io l’amo;
che, per non ber la morte,
la ricusai; ch’era la tazza aspersa
di nascosto velen; che tua la cura
fu d’apprestarlo...
Sibari.   E pubblicar vogliamo
un delitto comun? Fra lor di colpa
differenza non hanno
chi meditò, chi favorí l’inganno.
Ircano. D’un desio di vendetta
voglio esser reo, non d’un rifiuto. Andiamo.
Sibari. Senti. (Al riparo.) Io parlerò, se vuoi;
ma col parlar scompongo
un’idea piú felice.
Ircano.   E qual?
Sibari.   Non hai
pronte tu su l’Eufrate a’ cenni tuoi
navi, seguaci ed armi?
Ircano.   E ben che giova?
Sibari. Ai reali giardini il fiume istesso