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319 | atto primo |
SCENA VI
Rodope e poi Learco.
non ve n’ha che protegga
questa terra infelice? Oh infausta notte!
Oh terror!... Ma... traveggo?
Learco!
Learco. Ah! non scoprirmi:
taci, Rodope.
Rodope. Oh dèi! tu vivi? Ognuno
ti pianse estinto.
Learco. Ad ingannar Toante
tal menzogna inventai.
Rodope. Chi mai ti guida,
sconsigliato! a perir? Fuggi.
Learco. Un momento
mi sia permesso almeno
di vagheggiarti.
Rodope. Eh! d’ingannarmi adesso
non è tempo, Learco. È il tuo ritorno
smania di gelosia. Saputo avrai
che al prence di Tessaglia
Issipile si stringe, e qualche nera
macchina ordisci.
Learco. Ah! cosí reo non sono.
Rodope. Non piú. Sálvati, fuggi! Il nuovo giorno
tutti gli uomini estinti
qui troverá. Se ne giurò lo scempio
dalle offese di Lenno
barbare abitatrici. E questa è l’ora
congiurata alla strage.
Learco. E tu mi credi