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116 vii - artaserse

SCENA XIV

Arbace, Mandane, Megabise e guardie.

Arbace. E non v’è chi m’uccida? Ah, Megabise!
s’hai pietá...
Megabise.  Non parlarmi.
Arbace.  Ah, principessa!
Mandane. Invòlati da me.
Arbace.  Ma senti, amico.
Megabise. Non odo un traditore. (parte)
Arbace.  Oda un momento
Mandane almeno.
Mandane.  Un traditor non sento.
 (in atto di partire)
Arbace. Mio ben, mia vita... (trattenendola)
Mandane.  Ah, scellerato! ardisci
di chiamarmi tuo bene?
Quella man mi trattiene,
che uccise il genitore?
Arbace.  Io non l’uccisi.
Mandane. Dunque chi fu? Parla.
Arbace.  Non posso. Il labbro...
Mandane. Il labbro è menzognero.
Arbace.  Il core...
Mandane.  Il core,
no, che del suo delitto orror non sente.
Arbace. Son io...
Mandane.  Sei traditor.
Arbace.  Sono innocente.
Mandane. Innocente!
Arbace.  Io lo giuro.
Mandane.  Alma infedele!
Arbace. (Quanto mi costa un genitor crudele!)
Cara, se tu sapessi...