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atto secondo | 37 |
Tormento il piú crudele
d’ogni crudel tormento
è il barbaro momento,
che in due divide un cor.
È affanno sí tiranno,
che un’alma nol sostiene.
Ah! nol provar, Selene,
se nol provasti ancor. (parte)
SCENA X
Selene sola.
Stolta! per chi sospiro? Io senza speme
perdo la pace mia. Ma chi mi sforza
invano a sospirar? Scelgasi un core
piú grato a’ voti miei. Scelgasi un volto
degno d’amor. Scelgasi... Oh Dio! la scelta
nostro arbitrio non è. Non è bellezza,
non è senno o valore,
che in noi risvegli amore; anzi talora
il men vago, il piú stolto è che s’adora.
Bella ciascuno poi finge al pensiero
la fiamma sua; ma poche volte è vero.
Ogni amator suppone
che della sua ferita
sia la beltá cagione;
ma la beltá non è.
È un bel desio che nasce
allor che men s’aspetta;
si sente che diletta,
ma non si sa perché. (parte)