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Ogni moto piú leggiero
mi spaventa e mi scolora,
è lontana ancor l’aurora
e non spero un chiaro dí. (parte)
[manca la scena corrispondente alla nona della redazione definitiva].
SCENA XII [ULTIMA]
Tempio magnifico dedicato a Bacco, con rogo nel mezzo, che poi s’accende.
Alessandro e Cleofide, preceduti dal coro de’ baccanti, che escono danzando. Guardie, popolo e ministri del tempio con faci. Indi Poro in disparte.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Cleofide. Nell’odorata pira
si dèstino le fiamme. (i ministri con due faci accendono il rogo)
Alessandro. È dolce sorte
d’un’alma grande accompagnare insieme
e la gloria e l’amor.
Poro. (Reggete il colpo,
vindici dèi!)
Alessandro. Si uniscano, o regina,
ormai le destre, e delle destre il nodo
unisca i nostri cori. (accostandosele, in atto di darle la mano)
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Alessandro. . . . . . . . . . . . . . .
che distrugger saprò.
Cleofide. Ferma, o mi sveno!
Alessandro. Stelle! che far degg’io?
Cleofide. Ombra dell’idol mio,
accogli i miei sospiri,
se giri intorno a me.