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varianti 389


mòstrati mia germana,
e mostra che ti diede in vario sesso
un istesso coraggio un sangue istesso. (le dá il foglio)
               Risveglia lo sdegno,
          rammenta l’offesa,
          e pensa a qual segno
          mi fido di te.
               Nell’aspra contesa
          di tante vicende
          da te sol dipende
          l’onor dell’impresa,
          la pace d’un regno,
          la vita d’un re. (parte)

SCENA II

Erissena, poi Cleofide.

Erissena. Sí funesto comando
amareggia il piacer ch’io proverei
per la vita di Poro. Oh Dio! se penso
che trafitto per me cade Alessandro,
palpito e tremo.
Cleofide.  Immagini dolenti,
deh! per pochi momenti
partite dal pensier.
Erissena.  Regina, ormai
rasciuga i lumi. Il consolarsi alfine
è virtú necessaria alle regine.
Cleofide. Quando si perde tanto,
necessitá, non debolezza è il pianto.
Erissena. (Lagrime intempestive!
Mi fa pietá: le vorrei dir che vive.)

SCENA III

Alessandro e dette.

Alessandro. Regina, è dunque vero
che non partisti! A che mi chiami? E come
senza Poro qui sei?