Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/375


varianti 369


le frequenti dubbiezze
del geloso tuo cor? Credimi, o caro:
fidati pur di me, ecc.

SCENA VII

Cleofide. Erissena, che veggo!
Tu nella reggia? (ad Erissena)
Poro.  Io ti credea, germana,
prigioniera nel campo.
Erissena.  Un tradimento
.    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    
Cleofide. Che ti disse Alessandro?
Parlò di me?
Poro.  (Che mai richiede!)
Cleofide.  (Assai
può giovarmi il saperlo.)
Poro.  (Alfine è questa
innocente richiesta.)
Erissena.  I detti suoi
ridirti non saprei. So che mi piacque
il suon di sue parole. Io non l’intesi
cosí soave in altro labbro. Oh, quanto
ancor nella favella
son diversi da’ nostri i suoi costumi!
Credo che in ciel cosí parlino i numi.
Poro. (Che importuna!)
Erissena.  Oh, regina,
come dolce in quel volto
fra lo sdegno guerrier sfavilla amore! ecc.

SCENA VIII

Erissena e Poro.

Poro. Erissena, che dici? Ho da fidarmi?
Ho da temer che sia
Cleofide infedel? Tu nel mio caso