Erissena. L’asserí Timagene. Poro. E v’ingannò. Gandarte. Ma quell’incerto sguardo,
quella pallida fronte,
quella man sull’acciaro, oh Dio! mi dice
che a un disperato affanno
il mio re s’abbandona, e non m’inganno. Poro. E qual empio potrebbe
consigliarmi la vita in questo stato? Erissena. Ah! no, germano amato,
non dir cosí; mi fai morir. Gandarte. Non sia
di tua virtú maggiore
la tirannia degli astri. Erissena. Hai molti alfine
compagni al duol; né de’ traditi amanti
tu il primo sei; né delle amanti infide
Cleofide è la prima,
né l’ultima sará. Poro.(sorpreso) Che? Erissena. Non dolerti.
Molto acquista chi perde
una donna infedel. Lascia che sposa
l’abbia pure Alessandro. Poro.(sorpreso) Abbia Alessandro
chi? Erissena. L’ignori? Cleofide. Poro. E obbligarla
chi a tal nodo potrá? Erissena. Nessun. Di tutte
le sue lusinghe armata,
ella stessa il richiese. Poro.(stupito) Ella! Erissena. E l’ottenne;
e i felici consorti andran contenti... Poro. Dove? (impaziente)