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atto primo 323


ditegli che al suo piede
tra le falangi armate
Cleofide verrá.
Poro.  Come! Fermate!
  (a’ macedoni, con impeto)
Tu ad Alessandro? (a Cleofide, turbato)
Cleofide.  E che per ciò? Non vedo
ragion di meraviglia.
Poro. (come sopra)   In questa guisa
il tuo decoro, il nome tuo si oscura.
L’India che mai dirá?
Cleofide.  Questa è mia cura.
Partite. (a’ macedoni, che partono)
Poro.  (Io smanio.)
Cleofide.  Ah! non vorrei che fosse
il tuo soverchio zelo
quel solito timor che t’avvelena.
Poro. Lo tolga il cielo! (con tranquillitá forzata)
 (Oh giuramento! oh pena!)
Cleofide. Siegui a fidarti: in questa guisa impegni
a maggior fedeltá gli affetti miei.
Quando Poro mi crede,
come tradir potrei sí bella fede?
          Se mai turbo il tuo riposo,
     se m’accendo ad altro lume,
     pace mai non abbia il cor.
          Fosti sempre il mio bel nume;
     sei tu solo il mio diletto;
     e sarai l’ultimo affetto,
     come fosti il primo amor. (parte)