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atto secondo 275


SCENA VIII

Varo.

Folle è colui che al tuo favor si fida,
instabile Fortuna. Ezio, felice,
della romana gioventú poc’anzi
era oggetto all’invidia,
misura ai voti; e in un momento poi
cosí cangia d’aspetto,
che dell’altrui pietá si rende oggetto.
Pur troppo, o Sorte infida,
folle è colui che al tuo favor si fida.
          Nasce al bosco in rozza cuna
     un felice pastorello,
     e con l’aura di fortuna
     giunge i regni a dominar.
          Presso al trono in regie fasce
     sventurato un altro nasce,
     e fra l'ire della sorte
     va gli armenti a pascolar. (parte)

SCENA IX

Galleria di statue e specchi, con sedili intorno, fra’ quali uno innanzi a mano destra, capace di due persone. Gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.

Onoria e Massimo.

Onoria. Massimo, anch’io lo veggo; ogni ragione
Ezio condanna. Egli è rival d’Augusto:
al suo merto, al suo nome
crede il mondo soggetto. E poi che giova
mendicarne argomenti? Io stessa intesi