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SCENA VIII
Varo.
Folle è colui che al tuo favor si fida,
instabile Fortuna. Ezio, felice,
della romana gioventú poc’anzi
era oggetto all’invidia,
misura ai voti; e in un momento poi
cosí cangia d’aspetto,
che dell’altrui pietá si rende oggetto.
Pur troppo, o Sorte infida,
folle è colui che al tuo favor si fida.
Nasce al bosco in rozza cuna
un felice pastorello,
e con l’aura di fortuna
giunge i regni a dominar.
Presso al trono in regie fasce
sventurato un altro nasce,
e fra l'ire della sorte
va gli armenti a pascolar. (parte)
SCENA IX
Galleria di statue e specchi, con sedili intorno, fra’ quali uno innanzi a mano destra, capace di due persone. Gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
Onoria e Massimo.
Onoria. Massimo, anch’io lo veggo; ogni ragione
Ezio condanna. Egli è rival d’Augusto:
al suo merto, al suo nome
crede il mondo soggetto. E poi che giova
mendicarne argomenti? Io stessa intesi