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208 iii - catone in utica


SCENA XIV

Marzia, Emilia e Arbace.

Marzia. Sarete paghi alfin. (ad Arbace) Volesti al padre
vedermi in odio? Eccomi in odio. (ad Emilia) Avesti
desio di guerra? Eccoci in guerra. Or dite:
che bramate di piú?
Arbace.  M’accusi a torto.
Tu mi togliesti, il sai,
la legge di tacere.
Emilia.  Io non t’offendo,
se vendetta desio.
Marzia.  Ma uniti intanto
contro me congiurate.
Ditelo: che vi feci, anime ingrate?
               So che godendo vai (ad Arbace)
          del duol che mi tormenta:
          ma lieto non sarai;
          ma non sarai contenta: (ad Emilia)
          voi penerete ancor.
               Nelle sventure estreme
          noi piangeremo insieme.
          Tu non avrai vendetta; (ad Emilia)
          tu non sperare amor. (ad Arbace e parte)

SCENA XV

Emilia e Arbace.

Emilia. Udisti, Arbace? Il credo appena. A tanto
giunge dunque in costei
un temerario amor? Ne vanta il foco;
te ricusa, me insulta e il padre offende.