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atto primo 173


Emilia m’innamora;
che adesso ardo per lei, qual arsi pria
che la sventura mia
a Pompeo la donasse; e le direi
che è bella anche nel duolo agli occhi miei.
Emilia. Mal si accordano insieme
di Cesare l’amico
e l’amante d’Emilia. O lui difendi,
o vendica il mio sposo: a questo prezzo
ti permetto che m’ami.
Fulvio.  (Ah che mi chiede!
Si lusinghi.)
Emilia.  Che pensi?
Fulvio. Penso che non dovresti
dubitar di mia fé.
Emilia.  Dunque sarai
ministro del mio sdegno?
Fulvio.  Un tuo comando
prova ne faccia.
Emilia.  Io voglio
Cesare estinto. Or posso
di te fidarmi?
Fulvio.  Ogni altra man sarebbe
men fida della mia.
Emilia.  Questo per ora
da te mi basta. Inosservati altrove
i mezzi a vendicarmi
sceglier potremo.
Fulvio.  Intanto
potrò spiegarti almeno
tutti gli affetti miei.
Emilia.  Non è ancor tempo
che tu parli d’amore e ch’io t’ascolti:
pria s’adempia il disegno, e allor piú lieta
forse ti ascolterò. Qual mai può darti
speranza un’infelice,