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76 arco traiano


Di fatti nel quadro presente il personaggio di mezzo e quello che rappresenta la giustizia, alle sue spalle, portano la toga con dalteum, balteus ed umbo, mentre il personaggio che resta tra il primo e la figura con la cornucopia la porta col semplice sinus, ciò che indica il suo minor grado. Così vedremo negli altri quadri che Traiano porta la toga sempre alla prima foggia, e gli altri tutti alla seconda.

Occupiamoci ora del fondo architettonico. Esso è costituito da quattro colonne in basso-rilievo con capitelli corintii, reggenti una trabeazione in alto-rilievo, nel cui fregio sono scolpiti istrumenti e utensili simbolici dei sacrifizii, come a dire vasi, patere, coltelli, teste di ariete, e via via. Fra le due colonne di mezzo scorgesi una porta, che dalle fasce chiodate apparisce rappresentare una porta di bronzo. Una delle due imposte, quella a sinistra dell’osservatore, è alquanto dischiusa, ma non come vuole Rossi che il prossimo personaggio sia per varcarne la soglia, mentre nel fatto le rivolge addirittura le spalle.

Dal modo come è scolpito, questo fondo architettonico evidentemente apparisce essere un pezzo di una maggior fuga di colonne e cornice; per la qual cosa figura siccome parte di maggior monumento, il quale non entrava tutto nel quadro.

Rossi dice che «la scena è aperta nel fondo di una gran piazza, in cui si vede accennato un maestoso tempio o basilica1;» e poi più appresso2 afferma essere la prospettiva del foro Ulpio. Quì, come poco prima e in seguito, egli dice molte cose discordanti ed erronee. Cerchiamo, per conseguenza, di metter le cose a posto.

Pria d’ogni altro, non è a confondere il foro con la basilica e il tempio, le quali son tre cose distinte. Il primo conteneva i tempii e le basiliche, che qualche volta erano isolate, altra fiata unite o accoste ai primi. Poi tra la basilica e il tempio correva moltissimo divario, e per l’uso diverso cui erano destinati e per la parte organica. Nella prima si amministrava la giustizia e si trattava dei pubblici negozii3, mentre il secondo era dedicato esclusivamente al culto degli Dei.

  1. Op. cit. num. 1015.
  2. Ivi.
  3. Aula; op. cit. parte 1a pag. 19.