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arco traiano 73

nel più alto rilievo, vedesi un personaggio avvolto in maestosa toga e con alti calzari ai piedi, volgente le spalle alla cantonata e la faccia verso il fornice. Benchè il lato destro del suo capo sia stato preso di mira dal più vandalico bersaglio di spietati monelli, pur tuttavia ne restan tali tracce sul lato sinistro, da far discernere che abbia avuto folta e crespa barba, lungo crine cinto di corona di alloro. Manca dell’avambraccio destro, l’unico che gli restava libero, imperocchè tutto il sinistro braccio ha nascosto dietro l’altro personaggio che gli è accanto. Ei poggia il corpo sul sinistro piè, sollevando il destro in atto di muovere incontro all’altra figura che gli vien di fronte, sul margine del quadro. Dal posto principale che egli occupa, dalla disposizione degli altri personaggi e dall’essere questi rivolti quasi tutti a lui, argomentasi subito che ei sia come il protagonista del quadro. Ma è egli Traiano? Mi dispiace che il dotto Rossi1 abbia qui presa una cantonata. Egli non ignorava che Traiano non portò mai barba, come non la portarono i suoi predecessori2, nè lunga chioma; che, se fu robusto ed alto della persona e maturo di età quando fu assunto all’impero3, non ebbe però sembianza virilmente erculea come la dimostra il nostro personaggio. Traiano (lo vedremo negli altri quadri) ha aspetto maestoso, testa venerabile, volto che impone rispetto, capelli corti ed ubbidienti sin sul fronte, volto raso, mansueto, che lo fanno ben distinguere da lungi4.

E allora chi è egli mai? Un magistrato o un sacerdote? Piuttosto il primo. Una figura affatto simigliante alla sua io scorgo pure nel quadro del sacrifizio, sotto il fornice, come vedremo a suo luogo.

Nello stesso pianò del precedente personaggio, alle di lui spalle, vedesi scolpita un’altra figura togata, la quale con la destra sostiene un lembo della toga e con la sinistra un’asta lunga, alla cui cima, ornata di nastri svolazzanti, sta la corona centumvirale di foglie di alloro. Questa figura porta in testa una corona turrita. Benchè sia molto logora per le ingiurie del tempo e degli

  1. Op. cit. numeri 1024 e 1025.
  2. Sifilino, Comp. di Dione, nella vita di Traiano.
  3. Plinio, Paneg. a Traiano, Cap. IV.
  4. IdemIdemIdem