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54 arco traiano

in un prototipo di perfezione che in natura non ha giammai esistito1. La quale definizione non è accolta da Paolo Trombetta2, perchè, secondo lui, il bello ideale non è che il bello visibile, altrimenti sarebbe qualche cosa di chimerico, di vago, di nebuloso; tanto più che, se la parola idea in greco deriva da eidos, forma, il bello ideale non equivale che al bello delle forme.

Ma puossi a lui osservare, mettendoci di accordo sulle sue stesse parole, che il bello delle forme nel complesso di una sola figura è quanto in natura non si riscontra, e forma l’archetipo dell’arte, se egli stesso osserva che non v’ha parte del corpo umano che raggiunga tutte le più squisite perfezioni.

La figura greca, nel suo insieme, ha qualche cosa di etereo, direi quasi, che conquide e trasporta in una regione, che è fuor della natura, checchè ne dica Trombetta. Senza far giuoco di parole, non saprebbesi più intendere verismo e idealismo, se, a rigore, fuori del vero assoluto non vi fosse bello.

Dice Dupré3: «L’idealismo, a parer mio, non è altro che quella specie di visione che l’artista si crea nella mente con forte amore, quando pensa a un dato soggetto; l’idealismo dunque è l’idea del soggetto e non punto l’idea delle parti o della forma. Ben è vero che anche questa insieme coll’idea sorride al pensiero, ma strano e falso è il credere di poterla ritrarre coll’aiuto della memoria e senza la viva natura davanti. L’idealista, come l’intendo io, cerca nella natura i modelli appropriati alla sua idea, al suo soggetto. Non si contenta di un solo, perchè in uno e neanche in due trova la moltiplicità delle parti, di che è composta la sua idea: da uno piglierà l’insieme e il movimento, e si guarderà bene in questo dal cambiar modello; da un altro piglierà la testa o le mani o altra parte del corpo, di cui possa essere difettoso il modello dell’insieme, ed avrà cura che e per l’età e pel carattere non sieno dissimili dal modello che ha servito all’insieme. Di qua o di là da questo semplice modo, l’idealista cadrà o nel convenzionale accade-

  1. Selvatico, op. cit. pag. 291 e seguenti.
  2. Paolo Trombetta, Donatello, Roma, Loescher, 1887, pag. 121 e seguenti e 128 e seguenti.
  3. Giovanni Dupré, Pensieri sull’Arte e Ricordi Autobiografici, Firenze, Successori Le Monnier, 1886, pag. 440.