Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/72

50 arco traiano

che il lettore abbia dovuto già trarre argomento che il primo abbia pregi che non la cedono al secondo, e che in talune parti, come nelle alette e in altri particolari del fornice, nella sopracornice della trabeazione lo avanzi ancora.

Quindi avevo ragione di lamentare che il nostro Arco non soltanto sia poco conosciuto, come vuole Quatremère de Quincy, ma male in quel poco che gl’italiani e i forestieri ne sanno.

Io oso affermare che in vantaggio dell’Arco di Tito non esista che la priorità di data, e ciò è indiscutibile. L’Architetto che ideò il nostro si dovette ispirare, non v’ha dubbio, all’altro, che preesisteva, ma non ne fece una copia; bensì vi trasfuse tutto il suo genio in emendare quelle parti che al suo delicato sentimento di artista non sembravano perfette, ed in aggiungervi quelle altre che gli dovevano conferire tanta parte di grandiosità, di vaghezza e di ricchezza, onde fosse riuscito degno di quel Principe che per fortuna dell’epoca riunì in una sintesi mirabile tutte le più preclari virtù, civili e guerresche, pubbliche e private, profane e religiose. Se Apollodoro ne fu il grande Architetto, deve convenirsi che non mai fortuna di Principe abbia trovato in migliore artista l’interprete fedele del suo genio.

Ma se abbiamo potuto ammirate i pregi del nostro monumento esaminandolo solo dal lato Architettonico, quale non ne sarà la nostra meraviglia ove ai primi si potranno a più doppii aggiungere quelli scultorii?


§ 7.° parte scultoria del monumento


Gli scrittori di cose d’arte non son tutti di accordo, nè in giusta misura i favorevoli, a parlare del merito delle sculture che decorano l’Arco a Traiano in Benevento. Ciò, come dissi, è provvenuto dal conoscerne poco o nulla, e questo poco o nulla per lettura di altri libri, nei quali nè si contendono dati precisi, nè illustrazioni complete e fedeli dei quadri che lo adornano. E il Rossi che lamentava tutto ciò, fin dai suoi tempi, se profuse larga copia di erudizione nello spiegare il simbolo di ciascun quadro e gli attributi di ciascun personaggio raffiguratovi, non ne mutò in meglio le sorti, essendo riuscita la sua opera più u-