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arco traiano | 43 |
Ho detto che il capitello del nostro Arco, come quello di Tito, è romano ed ha la foglia d’ulivo. Al proposito osserva Melani:1 «Amante di imprimere ovunque la traccia del proprio genio, invece dell’acanto spinoso, usato in Grecia, il romano usò molto la foglia d’ulivo; strana contradizione in un popolo sempre in guerra e che diffondeva con suprema prodigalità il segno della pace sui proprii monumenti.»
E devesi ritenere che, se nello adottare tale foglia nel capitello corintio l’artista romano v’impresse uno stile affatto proprio, a più forte ragione ei sia riuscito originale compiutamente quando l’applicò al capitello composito o romano, che per tal guisa può denominarsi addirittura romanamente romano.
Non farò quistioni di gusto, nè di predilezione della foglia di acanto o di ulivo, potendo ripetere con Giannina Milli
Son belle al pari, ambo in disparte;
ma non posso dispensarmi dal pregare il lettore ad ammirare meco la bellezza e la eleganza del capitello del nostro monumento, bellezza ed eleganza che ci trasporterebbero nell’intricata quistione sul se i romani ebbero sentimento artistico. Se è incontrastabile che questo capitello è creazione affatto romana, sia pure di Apollodoro o di altro artista greco che abbia lavorato in Roma, devesi convenire che i Romani ebbero il gusto e il sentimento dell’arte; e se questa nei suoi principii organici e ornamentali si discosta dall’arte greca, ciò avvenne per effetto dell’ambiente, dei costumi e dei bisogni diversi.
Trabeazione — Questa (Tav. VI.) non poggia direttamente sul capitello, ma, come nell’Arco di Tito, su di un dado, che nel primo è alto 3 parti e 1/6 e nel secondo 4 parti e mezzo. Questo dado, che è ricavato dalla stessa pietra del capitello, aggetta fuori il vivo dell’architrave e fuori la colonna di quattro parti. Lo scopo ne è evidente, quello di non far gravare sull’abaco del capitello, che ne potrebbe essere offeso. Questo giudizioso partito fu