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non che d’Aviller,1 il quale dà ragione al nostro Scamozzi di aver nomato romano anzi che composito quel capitello, poichè composito è generico di moltri altri appartenenti a diversi ordini.

Il trovarsi il capitello composito o romano usato per la prima volta nell’arco di Tito ha fatto ritenere a qualche scrittore d’arte, come Ponza, che quello sia proprio di spettanza degli Archi di trionfo, e lo chiamano trionfale; pur noi sappiamo che vi sono molti archi che hanno il capitello corintio.

Ma, con la creazione di questo nuovo capitello si creò un nuovo ordine che i più chiamano composito? L’autorità di tutti i migliori scrittori di cose d’arte, fra cui Quatremère de Quincy, Canina, Melani, Selvatico, Milizia, non lo fa ritenere, come non lo possono far ritenere gli esempi stessi dell’arte romana, imperocchè tanto nell’Arco di Benevento che in quello di Tito, come nella più parte, base, colonna, trabeazione appartengono all’ordine corintio. Dove è dunque l’ordine trionfale di Ponza, l’ordine composito o romano di altri? Per la qual cosa non ha ragione il Selvatico di dire addirittura corintio l’ordine del nostro Arco; ma non è men vero che esso non sia composito o romano o trionfale, come lo si voglia chiamare, e che s’inganni Serlio, il quale pur rileva che la base è corintia. L’errore il più sovente è contagioso. Nolli avrebbe voluto addirittura cambiar la base da corintia in atticurga, non ponendo mente che l’ordine, meno il capitello, sia corintio.

Base.— Abbiamo appreso già, senza volerlo, che la base delle colonne dell’Arco Traiano di Benevento sia corintia. Essa non poggia immediatamente sopra la cornice dello stilobate, ma su di uno zoccolo, (Tav. V) di felice concepimento, perchè, così sollevata, meglio la si scorge; cosa sì di leggieri trasandata nelle moderne costruzioni. Così è stato praticato pure negli Archi di Tito e di Ancona. Però in quest’ultimo lo zoccolo presenta uno specchio incavato con pianetto e gola in giro, mentre in questo

  1. Cours d’Architecture, par le Sieur C. A. d’Aviller, Architecte, a Paris, chez Charles— Antoine Iombert, MDCCLX, pag. 88.