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la stessa significazione dei nomi loro. Dobbiamo per contrario alla diligenza degli storici la memoria di molti artisti e delle opere da questi eseguite.

Ciascun autore che ha trattato del nostro monumento ha emessa la sua opinione intorno al principio che dettò al Senato e al popolo Romano la elezione di questo sito, a preferenza di Roma o di altro. Credo che tutti non avrebbero divagato inutilmente, se avessero posto mente che in Roma da poco era stato già innalzato un altro Arco, come sappiamo, nei pressi della Basilica Ulpia, nel foro Traiano; che, dovendosi tributare nuovi onori all’ottimo Principe, apparve cosa più idonea innalzargli un sì celebre monumento in provincia, e proprio in quel sito donde aveva inizio una strada costruita da lui con proprio danaro, e per dove egli era passato e ripassato in occasione delle orientali imprese guerresche. E tanto più ciò non dee recar meraviglia, se si consideri che i Romani ebbero il buon genio di erigere monumenti in ogni angolo del mondo loro soggetto. È questa la più segnalata delle loro glorie.


6.° esame della parte architettonica


Ho data una sommaria descrizione del monumento, tanto per farne intendere le parti principali, ma precipuo fine di questo lavoro si fu, come dissi, l’esame artistico, sia architettonico che scultorio, non essendomi sembrata completa opera quella dei varii autori che ne hanno trattato, e peculiarmente quella degli scrittori di cose d’arte, i quali, ripetendo sempre i medesimi errori, mostrano chiaramente di non aver ben conosciuto il nostro Arco.

Non voglio anticipare giudizio, ma premetto fin da ora che per riuscire affatto al mio scopo, mi sarà giuocoforza ricorrere sovente ai raffronti tra questo e l’arco di Tito, imperocchè da questo studio comparato io dovrò trarre i migliori argomenti in difesa dei pregi del nostro monumento.

Pianta, stilobate, alette — Sorgendo il monumento isolato, ha, come quello di Tito, due pilastri, che sono rappresentati in pianta (Tav. II) da due rettangoli poco allungati. Vi si nota che mentre