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496 | giudizii finora pronunciati |
preziose reliquie di due civiltà, romana e medievale, pagana e cristiana». Ecco le ragioni per cui il nostro autore si accinse a mettere in luce in tutta la loro bellezza e verità tali reliquie. «Ma, egli scrive, lo studio dei monumenti non va inteso compiutamente, se alla erudizione non si accoppa la critica artistica, se alla storia non si unisca un esame dell’insieme del monumento e delle sue più pregevoli parti, se ogni singolo monumento non si riferisca ad un’epoca della storia dell’arte, con peculiari raffronti di altri somiglianti, ove esistano, e, finalmente, se il libro non sia ricco di disegni». Si è per questo che il Meomartini cominciò per istudiare gli autori patrii e stranieri che trattano dei monumenti beneventani; poscia si occupò di confrontare sul vero le riproduzioni eseguite da quegli autori, ricercarne gli errori, correggerli, e ritrarre esso stesso dal vero i particolari, servendosi del disegno e della fotografia.
Si comprende come seguendo tale via logica, ma lunga e difficile, il Meomartini non possa far a meno di riuscire ad ottenere completamente il suo intento; di fare cioè un’opera coscienziosa, esatta, e nella quale lo studioso dell’arte possa riporre ogni fiducia. Frequentemente accade che scrittori d’arte, sul semplice esame delle riproduzioni dei monumenti, formulino i loro giudizi, senza curarsi d’altro, nè ricercare se quelle riproduzioni sieno fedeli e scrupolosamente esatte, per cui, sovente, tali giudizii riescono fallaci e conducono a erronee conclusioni. Non è questa certamente la miglior via da seguirsi, via forse troppo battuta da un illustre scrittore, il Selvatico, al quale ne fu mosso rimprovero da un giovane intelligente e studioso, troppo presto rapito all’arte, il Cattaneo. Ma noi crediamo però che quando si possono avere sott’occhio lavori come questo del Meomartini, nel quale, fin dalle prime pagine, si comprende che l’autore non ha scritto frase, nè tracciata linea, senza esser certo di dir cosa vera e di far cosa esatta, si può anche accingersi allo studio di confronto dei monumenti, allo studio della storia loro e dell’arte, colla sicurezza di non esser tratti in inganno, nè giungere a false e dannose conclusioni.
Nei primi fascicoli apparsi il Meomartini ha impreso a trattare dell’Arco Traiano. Dal modo in cui esso è descritto, ne è ricercata l’origine storica, ne è messa in rilievo ogni sua parte