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del castello medioevale 479

nostrae Beneventanae civitatis, juxta nostrum portam Summam…» È chiaro pure che nessun fortilizio sia potuto esistere al tempo di Arechi dove ora è il Castello, essendovi allora colà la terra Dominica della Chiesa di S. Maria.

Da ciò puossi argomentare che probabilmente il primo fortilizio costruito in quel posto sia stato quello di Rossemanno, di cui parla Falcone. Quasi a conferma di questa ipotesi sta il fatto che dell’androne dell’attuale Castello la porzione verso mezzogiorno, dalla scaletta a chiocciola al muro esterno meridionale, assai difforme dal rimanente dell’androne, e costruita di sbieco all’altra, è opera molto più antica del 1321. Essa è costituita di due sezioni: la più interna, verso la scaletta a chiocciola, coverta da volta a botte di laterizii, presenta per primo una saracinesca i cui incassi verticali sono in parte scavati in due colonne di cipollino; segue un arco pieno di cunei di pietra calcarea, poggiante su due pulvini della stessa pietra sporgenti a modo di mensole, con larga sfettatura che tiene il posto della cornice d’imposta; viene in terzo luogo un’altra volta a botte, alta e costruita come la prima, terminante con altra saracinesca. Sulla verticale dei due pulvini dell’arco menzionato esistono in alto due pietre incavate, con bordo a rilievo, segno sicuro che quest’arco si chiudeva con porta a cardini, oltre le due saracinesche agli estremi del fortilizio.

Puossi supporre che il Papa al 1139 siasi limitato soltanto a fare smantellare il Castello che Rossemanno aveva costruito a Porta Somma; e che di esso sia rimasta questa porzione che ancora sussiste.

E forse la esistenza di questo avanzo di fortilizio potè pure influire sull’animo di Guglielmo di Balaeto a costruirvi accosto il suo Castello.

Il Castello del 1321 è dunque questa porzione verso la città. Si entra ad esso per un gran vano arcuato a sesto scemo, munito di saracinesca1. Tanto questo vano di entrata che la porzione di androne coeva son formati di grossi massi parallelepi-

  1. Questo vano era murato sino all’anno decorso, in cui l’autore di quest’opera lo fece riaprire.