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478 | del castello medioevale |
costruzioni fortilizie romane piuttosto riscontransi accosto l’Arco del Sacramento1 tra questo e il giardino Arcivescovile. Là giù eravi un colle che dominava più da vicino l’antica Benevento. E dello stesso parere fu Giordano de Nicastro2. Gregorovius3 ritiene che il sito dove sorge il Castello sia stato il più debole e vulnerabile della città. Forse perchè solo da questa parte la città non è bagnata dalle acque dei due fiumi. Questa ragione fece scegliere questo sito per le prime fortificazioni longobarde, quando la città fu estesa sino all’antica Porta Summa. Nell’anno 1112, secondo rapporta Falcone Beneventano, esistevano le torri di Porta Somma, le quali caddero per alcun tempo nelle mani dei cittadini rivoltatisi contro l’autorità Pontificia. Lo stesso Falcone, discorrendo degli avvenimenti del 1139, della pace conchiusa tra Re Ruggiero e il Papa, del loro ingresso in Benevento e della espulsione di Rossemanno, pseudo-Arcivescovo di questa città, narra che il Papa fece distruggere il Castello che Rossemanno avea fatto edificare a Porta Somma.
Siccome abbiamo veduto che nel Diploma di Arechi delle Concessioni a S. Sofia si afferma che la Chiesa di S. Maria di Porta Somma confinava da capo con una zona di terreno che si apparteneva ad essa, ed era sita fuori la città, dinanzi la porta sudetta, è chiaro che questa non sia stata nè dove era negli ultimi tempi a noi prossimi, cioè tra il Castello e la casa di Capilongo, nè dove ora è il Castello, ma bensì più abbasso, verso settentrione, e poco discosto dal palazzo dei Principi longobardi, come sembra desumere dal seguente documento. Nella cronaca di S. Sofia4 si fa menzione di una torre presso Porta Somma che Adelchi (lo stesso che Adelgisio) dava a Viso nell’Ottobre del terzo anno del suo principato (anno 857): «Concessimus nos vir gloriosissimus Adelchis Dei provvidentia Longobardorum gentis Princeps, per rogum Iandemari fidelis nostri, tibi Viso fideli nostro filio Petri, turrem illam sacri nostri Palatii intus