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della chiesa cattedrale di benevento | 467 |
probabilmente Monteforte Irpino, paese a pochi chilometri da Benevento, e della scuola, se non discepolo, di Nicola da Foggia, autore del pulpito del Duomo di Ravello, anno 12721, che è dello stesso tipo di questi di Benevento.
È degno di nota che nell’anno 1311, cui rimonta l’opera di questo Nicola da Monteforte, era quì Arcivescovo Monaldo Monaldeschi da Orvieto, Minorita2. Ora è facile che egli abbia commessa l’opera a qualche monaco del suo ordine. Questo Arcivescovo è ricordato pure tra quelli che intervennero alla solenne funzione della posa della prima pietra della basilica di S. Maria del Fiore in Firenze3. Si deve giudicare da questo fatto e dall’aver mostrato grande interesse per la cattedrale e per la basilica di S. Bartolomeo in questa città che egli sia stato un uomo molto intendente di arte, e di essa appassionato, poichè il gusto delle opere rivela quasi sempre quello del committente.
Abbiamo visto che al centro del fronte principale dell’ambone sinistro (Tav. LXIV) vi sia una Madonna col bambino, e che questi con la destra scherzi con la corona che è sul capo della Madre. Ora è a sapersi che esiste stretta analogia tra questa Madonna e quella della Cappella della Cintola a Prato, opera di Giovanni da Pisa, figlio di Nicola da Pisa4. La composizione generale del gruppo delle due statue è talmente simigliante, che non si può fare a meno di soffermarvisi un poco; in entrambe il bambino è nello identico atteggiamento, di toccare con la destra la corona in testa alla Madre, e di trattenere nella sinistra un cilindretto. Persino il velo che scende a Lei dalla testa di sotto la corona ha grande analogìa nelle due statue. Soltanto dove in quella di Prato, di Giovanni da Pisa, la mano destra della Madonna è alquanto impacciata e la sua posa un pochetto sforzata5, in questa dell’ambone di Benevento la posa è assai più naturale