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arco traiano 25

mente sulla cimasa d’imposta dell’arcata, a metà del fusto della colonna, nell’altro maggiore, pari al quadro più basso.

Come savio partito fu quello di situare le colonne d’angolo in maniera che lo aggetto fosse minore sul fianco (un quarto del diametro) che sulla faccia principale (metà del diametro), per aumento di solidità; poichè altrimenti tale colonne si sarebbero addentrate appena di un quadrante nel pieno del monumento e l’occhio avrebbe tosto avvistata la fragilezza della cantonata.

Le facce minori dei fianchi son lisce; soltanto a metà dell’altezza tra l’imo e il sommo scapo vi ha una targa o cartella rettangolare, formata di una bugna risaltata e sfettata ai canti, incastonata in una cornice semplice costituita di un pianetto ed una gola rovescia. Essa è alta quanto il piccolo quadro a livello dell’imposta e lunga quanto la distanza delle colonne d’angolo. Su queste facce ricorre pure l’astragalo e la base delle colonne; e solamente nel fregio del cornicione ricorrono i bassorilievi come nelle facce principali.

Essendo nello stesso piano le quattro colonne di ciascun fronte principale, ed essendo profilato il cornicione sul vivo di quelle mediane, fu giuocoforza profilare anche quella parte di questo che poggia sulle colonne esterne. Lo stesso partito trovasi applicato nella base, nel dado e nella cimasa dell’attico. Onde ne risultano due paraste ai cantoni, indi due quadri, uno per banda, e nel mezzo la grande cartella portante la iscrizione dedicatoria. I fianchi dell’attico sono lisci.

Uno zoccolo terminale vi doveva essere necessariamente, a forma semplice di un sopra attico, al fine di gravitare qual contrappeso sulla cimasa, nella verticale del vivo delle parastate e della cartella dell’attico, la cui cornice, altrimenti, non si sarebbe potuta reggere. Al presente un po’ di rozza muratura aggiunta ne fa l’ufficio.

Canina1, integrando il nostro Arco con suo concepimento, lo rappresenta appunto col sopra-figurato attico.

  1. L’Architettura Romana, descritta e dimostrata coi Monumenti — Roma 1832.