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ordine nelle facciate delle chiese toscane sono composte di archetti assai snelli, ricorrenti in maggior numero sopra colonnine assai esili. La fisonomia della facciata del nostro Duomo è tutta propria, con la sua massa vasta e grandiosa, riconosciuta pure dallo Schulz1. E alla imponenza della massa corrispondono le larghe paraste o pilastrate dell’ordine inferiore e le grevi arcuazioni dell’ordine superiore.

V’ha di più: mentre nelle altre facciate di simil genere, secondo l’appunto che ad esse fa Hubsch2, le arcate dell’ordinanza inferiore non corrispondono all’organismo interno, nella nostra facciata, per contrario, esse vi corrispondono perfettamente, le tre di mezzo alla nave maggiore e le laterali singolarmente a ciascuna delle navi minori.

Fig. 14.Dopo ciò, si può convenire che la derivazione di questi generi di facciate sia unica, procedente da unica fonte, l’Oriente, ma che ciascun artista vi abbia portate libere le sue ispirazioni. Allorchè, come da noi, egli ebbe vista tanta copia di avanzi artistici dell’età precedenti, pensò giovarsene, e ne trasse il partito organico della nostra facciata. Il quale per conseguenza non è il prodotto della libera fantasia soltanto, ma di questa e della esigenza dei materiali disponibili. E questa è per sè sola una potente ragione per distruggere le opinioni a priori in siffatti generi di costruzione. Se altrove l’artista adattò i materiali al disegno, qui egli dovette piegare la sua fantasia, e disposarla ai materiali che gli si offrivano.

  1. Op. e luogo citati.
  2. Op. cit. pag. 96.