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420 della chiesa cattedrale di benevento

L’Arcivescovo Ruggiero poi fu uno spirito bizzarro, per cui subì processi, e poco mancò non avesse perduto anche il Vescovato1 e amantissimo di costruire, tanto che contrasse enormi debiti, che ancora dopo la sua morte si pagarono per un pezzo2. Egli tra l’altro dispose con una bolla nell’anno 1217 che morendo i chierici beneficiati della chiesa di Benevento, il terzo dei frutti beneficiarii dal dì della loro morte a quello dell’anniversario fosse destinato alla fabbrica della metropolitana3. con queste parole: «.... Secunda pars erogetur operi maioris Ecclesiae nostrae, vel refectioni ipsius4. Ora, se l’opera di cui si fa menzione in questo documento non avesse riguardato principalmente la facciata, non saprebbesi intendere a che fosse rivolta. Pria di ogni altro, quell’espressione operi maioris Ecclesiae nostrae già fa intravedere la importanza dell’opera che Ruggiero intendeva compiere, e che di essa abbia fatto parte la facciata, parte del tempio per sè stessa importante, e per lui assai più, a causa del nuovo stile che ad essa egli imprimeva. E poi quale importanza avrebbe avuta quest’opera senza la facciata, considerando che la nave maggiore, le due laterali, le due braccia della croce latina esistevano già da tempo, come vedemmo? Siccome l’opera della facciata non venne compiuta, si argomenta quale sia stato il fervo-

    rito di penitente umiltà; chè anzi tenevansi onorati della loro professione, e si chiamavano coi titoli di maestri o di pittori. Nella cattedrale di Anagni esiste una iscrizione...... in cui al canonico Rainaldo, vicediacono apostolico e cappellano di Papa Onorio III, è dato il titolo di magister. Nel musaico che abbella l’abside nella chiesa di S. Giovanni in Laterano, eseguito fra il 1288 ed il 1292 sotto il pontificato di Nicolò IV, veggonsi i ritratti degli artefici Iacopo da Turrita e Iacopo da Camerino. L’abito fratesco, il cordone, i sandali (come vedremo sulla faccia di uno dei nostri amboni nella cattedrale di Benevento) fanno palese che essi erano Francescani;....»

  1. «Nel 1199 ai 9 di dicembre Innocenzo III, nell’anno II del suo Pontificato, commette all’arcivescovo di Napoli ed a C. Prete Cardinale di S. Lorenzo in Lucina, Legato della Sede Apostolica, che prendano esatta informazione contro l’Arcivescovo di Benevento, imputato capo delle guerre civili, homicida e dissipatore dei beni della sua chiesa. (L’Epistola è la 236 nel lib. 2. del Tom. I.» (Pompeo Sarnelli, Mem. cronol. cit. pag. 105 e 106).
  2. Pompeo Sarnelli, Mem. cronol. cit. pag. 116.
  3.  id. id. pag. 109.
  4. Ughelli, Italia Sacra, tom. VIII, pag. 124. C.