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398 della chiesa cattedrale di benevento

A. D. MCCLXXVIIII
XI. FEBR. VIII IND. INCEP
TVM. EST. HOC. CAMPANILE D’OB
LAZIONIBVS FIDELIVM ET CLERI.

Avendo questa cattedrale ricevuti molti danni con il tremuoto del 1456, Pio II nel 1459 concesse all’Arcivescovo di Benevento che «nella collazione dei beneficii si facesse pagare la metà dei frutti della prima annata, da spendersi nella riparazione e fabbrica della detta Metropolitana1».

Il Cardinale Pompeo Arigonio, eletto Arcivescovo di Benevento da Paolo V nel 10 aprile del 1607, prodigò le sue cure verso questa cattedrale, arricchendola di preziosi marmi2, e trasformandola alquanto. Egli, avendo trovato il coro dei canonici in mezzo alla nave maggiore, presso l’arco trionfale, lo trasferì in fondo all’abside3.

Giov. Battista Foppa, eletto Arcivescovo di questa chiesa ai 18 maggio del 1643, vi fece altri restauri, e curò la costruzione del soffitto della nave principale e di quella traversa4.

L’Arcivescovo Orsini, promosso a questa chiesa nell’anno 1686, appena giuntovi, imprese a restaurarne la Metropolitana; l’opera volgeva quasi al termine, allorchè sopravvenne il celebre tremuoto del 5 giugno 1688. Allora di essa «caddero tutta la crociera, il coro, le sagrestie ed il nuovo segretario, e restarono sconquassate le cinque navi, che sarebbero cadute, se le due mura laterali nuove e ben fatte non avessero sostenuto. Il campanile restò intatto. L’episcopio rovinò tutto, restandovi in piè la sala, ma sconquassata5». Soffri un’altra volta pure sotto Orsini con l’altro tremuoto del 1702.


  1. Sarnelli, op. cit. pag. 138.
  2. Sarnelli, Mem. Cron. cit. pag. 149.
  3. Giov. De Nicastro «Benevento Sacro» cit. pag. 53.
  4. Sarnelli, op. ult. cit. pag. 152.
  5. Sarnelli, op. ult. cit. pag. 159 a 166. Questo autore fu testimone oculare del triste avvenimento, del quale poco mancò non fosse rimasto vittima. Vedi sul riguardo l’altra opera di lui «Memorie dell’Insigne Collegio di S. Spirito.