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arco traiano 21

gono di un sottozoccolo di pietre rustiche, al presente interrato, di uno stilobate e di quattro colonne per ognuna. Un arco, sorretto da elette o parastate, si appoggia alle due pilastrate; la sua serraglia, insieme alle colonne, regge la trabeazione; al di sopra di questa si eleva l’attico.

Il monumento, quindi, è quasi intero, solo mancando probabilmente sulla cimasa dell’attico uno zoccolo, su cui forse potevano esistere il cocchio trionfale nel centro e le statue delle vittorie o i trofei agli angoli. Erroneamente tanto Giordano1 che Giovanni di Nicastro2 asseriscono che sia mancante dei frontispizii, mentre, se vi sono degli archi che l’ebbero, o l’hanno, il nostro non ne fu mai decorato. Se lo avesse avuto, sarebbe ancora in essere, poichè avrebbe dovuto impostare sulla parte centrale della trabeazione, corrispondente alle due colonne che fiancheggiano il fornice, mascherando una parte dell’attico; e nè la cimasa della trabeazione avrebbe avuta la sua intera ricorrenza, come l’ha, perchè avrebbe dovuto far parte del frontespizio, nè lo zoccolo dell’attico sarebbe ricorso per tutta la sua lunghezza.

Ho accennato di sopra che il sottozoccolo di prietre rustiche su cui poggia lo stilobate sia interrato. Con esattezza veramente ciò non potrebbesi asserire, considerando che non vi sarebbe stata ragione di costruirlo sì grezzo e di pietra calcarea nostrale, ammesso pure che l’Architetto lo avesse ritenuto necessario, sia per la maggiore sveltezza delle pilastrate sia per garenzia dello stilobate. Ma le incisioni del Nolli3 (Tav. III, IV e V) sui disegni di Vanvitelli4 segnano questo sottozoccolo. Io opino che non vi sia stato giammai, e la mia opinione si fonda innanzi tutto sull’Arco di Tito, il quale non si può ammettere l’abbia avuto, poichè si erge immediatamente sul lastricato della via Sacra, che sta all’antico livello5.

  1. Op. cit. lib. 3. pag. 53.
  2. Op. cit. pag. 66.
  3. Op. cit.
  4. Avverta il lettore che le otto tavole ricavate dalle incisioni del Nolli hanno le proporzioni scritte in palmi napolitani e in parti di modulo.
  5. Wey, op. cit. pag. 73.