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dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia 391

Teodorico a Ravenna evvi esempio di quadrifore; laonde devesi argomentare che esse, insieme alle bifore, alle trifore, ecc. sieno state adottate da epoca molto remota, e sieno una importazione orientale. Per tale ragione io penso che anche l’antico chiostro del tempo di Arechi abbia avuto presso a poco lo stesso organismo.

Fig. 11. Archetti moreschi — Secondo Hope1, «l’arco a ferro di cavallo fu di moda a Costantinopoli e nel resto dell’impero greco; di quivi passò poscia di mano in mano nelle città d’Italia collegate con questo impero o per rapporto di commercio o per dipendenza diretta». Come meglio vedremo in seguito, in questo stesso capo e nel corso di quest’opera, la influenza orientale per via dell’adriatico potè molto sul mezzogiorno d’Italia. Se gli archetti moreschi del nostro chiostro sieno dell’epoca del nominato Abate Giovanni IV o anteriori io non posso precisare; posso soltanto credere che sieno più probabilmente posteriori ad Arechi, se non proprio al mille; dopo la quale epoca l’arco a ferro di cavallo fu più sovente usato in Italia.

Riepilogo

Altri forse avrebbe desiderato da me un lavoro completo sull’arte al tempo dei Longobardi in Benevento, pel lungo dominio che vi tennero di circa sei secoli; ma il non trovarsi da noi un monumento quasi intero, e scarsi essendo gli elementi che quei monumenti componevano, non era possibile accingersi a sì arduo

  1. Storia dell’architettura ediz. cit. pag. 100.