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390 dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia


Ma quest’aspra censura di S. Bernardo non corresse il mal verso dei Monaci, che in siffatto genere di lavoro pare siensi dilettati pur troppo, se, come abbiamo visto, l’Abate Giovanni IV di S. Sofia stimò cosa decorosa siffatta specie di sculture.

D’Agincourt1 par che assegni al VI secolo l’inizio di questo carattere decorativo, che, secondo lui, si rese universale nel VII e nell’VIII secolo.

Abachi — Come dissi, questi hanno forma di doppia mensola, abbracciante tutta la grossezza dei peducci degli archetti moreschi, cioè tutta la grossezza del muro sovrastante. Simili abachi si introdussero assai prima del 1000, trovandosene antico esempio negli avanzi del palazzo di Teodorico a Ravenna2, esempio che il Selvatico ritiene sia il primo in Italia, e abbia avuto poi gran voga per tutto ove fu adottata l’architettura bizantina fra noi. In quel palazzo gli abachi son retti pure da colonnine che separano le quadrifore. Gli abachi del nostro chiostro di S. Sofia sono variamente scolpiti al modo dei capitelli bestiarii con soggetti più o meno strani e fantastici: alle volte vi son chimere e draghi, altre volte vi sono semplici ornati, più o meno rozzi; e in alcuni vi son raffigurate le varie stagioni. Duolmi non poter dare di essi più compiuti disegni.

Ma, come i capitelli bestiarii, non tutti gli abachi sono della stessa epoca. Questi abachi in Benevento non sono particolari solo al chiostro di S. Sofia: se ne trovano a ogni piè sospinto in tutti gli scavi e in molte antiche muraglie. A me è occorso di trovarne sovente; ne conservo un esemplare in cui, oltre a varie altre figure, in una faccia vi è scolpito il maiale stolato dei sacrifizii a Cerere, quello stesso maiale stolato che vedesi scolpito con buona arte romana su una lastra di marmo incastonata sulla faccia orientale del campanile del nostro Duomo, e che, con poco felice pensiero, dovè suggerire la prima idea dell’arme di questa città. Donde emerge che quel partito organico costruttivo dovea essere comune a molti monumenti longobardi andati distrutti.

Quadrifore — Abbiamo visto che negli avanzi del palazzo di

  1. Storia dell’Arte vol. 2. pag. 132.
  2. Selvatico, Le arti del disegno, ecc. parte II. pag. 50.