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dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia 383


Basi — Sono tutte disparate: predominano quelle ad imitazione della base attica (Tav. L), molto usate nelle antiche Chiese di Roma, e, con varia licenza nelle proporzioni delle modanature, nei primi secoli del cristianesimo1, nel Duomo di Parenzo, in S. Vitale e in S. Apollinare in Classe di Ravenna. Esse si appartengono quindi al primo e al secondo periodo dell’arte cristiana; e soltanto molto più tardi furono adottate dallo stile lombardo. Le Fig. 8. nostre indubitatamente sono bizantine. Ve ne ha di quelle eziandio attiche nelle modanature, ma provviste di foglia di angolo o protezionale (Tav. LII). Questa particolarità da taluni, come il Sacken2, è ritenuta il carattere distintivo dello stile romanico o romanzo che più propriamente in Italia è inteso per il lombardo3, sebbene si possa, secondo me, obbiettare che vi sieno non poche differenze, come potrei dimostrare con materiali raccolti anche qui in Benevento dello stile romanzo, molto differenti da quelli del vero lombardo. Il romanico fu lo stile architettonico dal 1000 circa al 1250. Il Selvatico4, che scorge in embrione quel rinforzo nelle basi dell’atrio di S. Ambrogio a Milano, asserisce vi comparisse forse per la prima volta e diventasse da poi un ornamento costante in tutte le basi usate dal X al XIV secolo. L’atrio di S. Ambrogio sorse poco dopo la metà del se-

  1. Hubsch, op. cit. pag. 48.
  2. E. von Sacken, stili di architettura, versione di R. Brayda, Torino, Loescher, 1879, pag. 130.
  3. Sacken istesso, aggiunte del traduttore Brayda, pag. 122. E Raff. Cattaneo, L’architettura in Italia dal secolo VI al 1000 circa, Venezia, Ongania, 1889, pag. 190.
  4. Op. cit. pag. 251.