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arco traiano 19


A gran distanza dalla precedente viene l’opera di Parziale1, piena di inutili divagazioni.

Ne ha parlato di recente Isernia nella sua Istoria di Benevento, ma sommariamente come ad uno storico si conveniva.

L’unico autore che ne abbia trattato di proposito con erudizione somma è il Rossi2, il quale per il primo ha cercato di spiegare, con copia inesauribile di raffronti e di citazioni di antichi scrittori, i soggetti di tutti i quadri scultorii che decorano l’insigne monumento. Il suo è uno stupendo lavoro, che meriterebbe di esser più conosciuto.

Ma anche questo di Rossi è un lavoro che riflette un lato solo del monumento, la significazione delle molteplici sculture. Ei si ha attribuito solo il compito dell’erudito, e ha tralasciato quello di artista, sia per la parte scultoria che architettonica, per quest’ultima contentandosi pure dell’autorità di Serlio. Non entro nelle intenzioni dell’autore. Siccome egli, sempre diligentissimo a citare le fonti, ha messo fuori il nome di Briezio3 dicendo aver questi data una informe notizia del nostro Arco, mi son tolta la curiosità di consultar questo autore; e con mia meraviglia ho notato che non ne parli affatto, e solo accenni a quello di Roma e alla colonna Traiana.4 Penso che il Rossi sia stato tratto in inganno da altro autore, giacchè non riporta neppur la pagina dell’opera, nè il volume.

Egli corredò la sua classica opera di tante tavole quanti sono i quadri scolpiti nell’insigne monumento; ma lasciano non poco a desiderare come lavoro d’arte; donde la difficoltà che lo studioso ha trovata nel concepire da esse il pregio artistico di quelle sculture. Per contrario sono bellissime le tavole che vi unisce dei dettagli Architettonici, delineate dall’Architetto Giuseppe Piermarini e incise da Carlo Nolli.5 Queste, oltre ad essere nitidissime,

  1. Dell’Avv. Dom. Parziale — Stampata non so quando, poichè vi manca il frontespizio — Biblioteca Arciv. di Benevento.
  2. Op. cit.
  3. Annales Mundi (nella vita di Traiano) Venetiis, 1692.
  4. Tom. II. pag. 115.
  5. Op. cit.