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16 arco traiano

so come Giovanni de Nicastro se l’abbia sognato, quando il Pedrusi1 dimostra solo che quello è semplicemente un arco trionfale, non la basilica Ulpia, come altri avrebbe voluto ritenere; ma non dice affatto che sia l’Arco di Ancona. E non avrebbe potuto dire ciò il dotto Pedrusi, ponendo mente che quello effigiato nella riferita medaglia è un Arco trionfale, non onorario quale è quello di Ancona, e che le decorazioni e la forma non vi corrispondono.

Dal disegno della medaglia risulta che quell’Arco effigiatovi aveva il frontone innanzi l’attico, sulla trabeazione, e molti quadri in bassorilievo sui pilastri, tra i quali due tondi sull’alto, come quelli che sono nell’Arco di Costantino in Roma, cose che mancano affatto a quello di Ancona. Tanto meno può rappresentare il nostro Arco, che non ha neppure nè il frontone, nè i quadri tondi fra i bassorilievi. Piuttosto il Pedrusi, citando un passo di Sifilino, pare avesse voluto ritenere che fosse l’Arco di Traiano in Roma, quello delle cui spoglie vi fregiato ora l’Arco di Costantino.

Quest’ultima opinione si accorderebbe con quella di Wey, che ritiene esser l’Arco di Costantino proprio quello di Traiano, col cambiamento di alcuni dettagli e della iscrizione dedicatoria.

L’eruditissimo Giovanni de Vita di Benevento aveva in mente dare dell’Arco alle stampe un’opera a parte; forse il tempo gli mancò, e si soffermò a quello che nella sua classica opera, Thesaurus antiquitatum Beneventanarum2 si contiene, e che neppure suffraga.

Rilevo però da Garrucci3 che presso la famiglia de Vita si conserva un manoscritto di Giovanni de Vita sull’Arco Traiano; forse dovrà essere quello che menziona il Rossi, perchè con rara modestia asserisce aver disteso il suo lavoro sulle tracce rimaste in abbozzo dal de Vita.

  1. I Cesari in metallo grande, Parma 1714, vol. VI. tavola XXIV., e pag. 233.
  2. Romae ex typographia Palladis, 1754.
  3. Le antiche iscrizioni di Benevento, Roma, tip. polig. 1875, pag. 47.