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arco traiano 15


Col compasso alla mano, freddamente scrive Serlio: «per esser quest’Arco cosa assai nota, e anco intero e in veduta grande, mi è parso metterlo nel numero degli altri archi fatti dai Romani.»

Però Egli non aveva veduto il nostro Arco, altri glie ne aveva forniti gli schizzi; altrimenti non sarebbe caduto in un errore grossolano, di credere, cioè, che la cornice maggiore, non avesse i dentelli intagliati; e davvero nei suoi disegni della trabeazione non figura intagliata la membratura dei dentelli.

Non avendo Egli veduto con i suoi occhi il nostro Arco, ma avendo scritto su falsi schizzi esibitigli, come è a supporre legittimamente, non si può stare in tutto al giudizio suo, per quanto di uomo sì illustre.

Si trae però un lume dalle sue riferite parole, che, cioè, fosse il nostro Arco cosa assai nota ai suoi tempi; o dunque, e perchè altri non ne ha scritto pria di lui? Bisogna convenire che sulla relazione verbale di qualche personaggio nelle relazioni fra Benevento e Roma, ivi, dove era il centro artistico, ne fosse pervenuta notizia.

Giordano de Nicastro, autore patrio1 ne parlò brevemente, senza dirne alcun che di importante.

Giovanni de Nicastro, fratello del precedente, di tutto parlò nella sua operetta2 fuorchè dell’Arco, errando nei dati storici, e non facendo alcun lavoro critico, contrariamente all’aspettativa che col titolo del libro suscita nel lettore; onde a ragione ne lo redarguisce Rossi.3

Asserisce il sudetto de Nicastro4 che Pedrusi riporti una medaglia di Traiano nel cui rovescio è figurato un arco trionfale ad un fornice, che Pedrusi stimi essere quello di Ancona. Io non

  1. Memorie storiche della città di Benevento, opera lasciata inedita al 1684 e che si conserva in questa Biblioteca Arcivescovile.
  2. Descrizione del celebre Arco eretto in Benevento a Marco Ulpio Traiano — Benevento 1723.
  3. L’Arco Traiano di Benevento illustrato da Monsignor Giovan Camillo Rossi, Vescovo dei Marsi, Napoli, Stamperia Simoniana, 1816, pag. XXI.
  4. Op. cit. pag. 60.