Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/355


i santi quaranta 325

della Madonna delle Grazie, in linea retta menava verso porta S. Lorenzo. Di guisa che questo edifizio restava tra le sudette due vie, la seconda delle quali aveva un livello di molto superiore a quello della prima. Per la qual cosa, come vedemmo, dall’entrata sulla via Latina si scendeva verso il corridoio ABC (Tav. XLIV). Se si praticasse uno scavo tra il nuovo tempio della Madonna e il corridoio D (Tav. XLIV), si appurerebbero molti altri particolari importanti.

È utile far rilevare che il corridoio ABC (Tav. XLIV) andava salendo da C verso A, siccome argomentasi da varie tracce esistenti nello interno; ma non potrei dire a qual piano si fosse trovato il pavimento; per la quale indagine occorrerebbero altri scavi. Però stimo che esso sia esistito non molto al disotto delle riseghe p e q (Tav. XLV, fig. 1.a).


3. destinazione dell’edifizio


Questa della destinazione dell’edifizio è una indagine difficile, imperocchè nè la storia, nè la tradizione ci porgono il minimo accenno. Bisognerà affidarci completamente alla critica.

Il P. Raffaele Garrucci1 asserì per incidente, parlando di una certa epigrafe da lui copiata su di una pietra, che questa «dovette appartenere a quella immensa fabbrica che è fuori porta S. Lorenzo in luogo detto Santi Quaranta e sul Calore da levante a ponente, reliquia grandiosa di magnifiche terme.» Ambedue le affermazioni, che quella pietra sia appartenuta a questo edifizio e che questo abbia avuta la destinazione di terme, non hanno fondamento; chè, se l’avessero avuto, l’autore non avrebbe risparmiate parole per dircelo. Dovettero essere piuttosto sue congetture del momento, figlie di impressione passeggiera, rimaste impropriamente scritte nel suo libro. Ma queste affermazioni azzardate producono assai male, imperocchè d’ordinario fanno il giro del mondo; e, massimamente quando l’autore ha un nome nelle lettere e nelle scienze, per distruggerle, se pur vi si riesce, devesi lottare non poco.

  1. I Liguri Bebiani, pag. 46.