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298 via traiana

dano de Nicastro1, sulle orme di Carlo Parini2, riferisce la sudetta medaglia a tutta la via Appia restaurata da Traiano. Sembra, però, che i primi abbiano ragione, osservando Pedrusi che l’arundine e la ruota, aggiunte alla figura muliebre giacente, impresse sulla medaglia, simboleggino ad un tempo la condizione nella quale la strada antecedentemente trovavasi, cioè impedita dalle Paludi, feconde di arundini, e quella a cui fu portata da Traiano, cioè praticabile anche dai carri; ed asserendo a sua volta Bergier che la figura muliebre simboleggi il mar di Ponza, detto dai latini Pomptina Palus.

Nè deve omettersi l’osservazione che, mentre questa medaglia corrisponde al quadro dell’Arco di Costantino in Roma (e si sa che quel quadro, con altri, faceva parte dell’Arco a Traiano nella stessa città), manca nel nostro Arco a Traiano una siffatta rappresentazione. Per la qual cosa è a stimarsi che l’artista della medaglia e quello del quadro dell’Arco di Costantino siensi ispirati allo stesso fatto storico, prossimo a Roma, della bonifica della via Appia attraverso le Paludi Pontine, e non già al restauro o costruzione di uno dei tratti delle vie da Benevento a Brindisi, come avrebbe voluto darci a credere Bellori. Altrimenti l’artista del nostro monumento non si sarebbe lasciata sfuggire una occasione così propizia per farne soggetto di uno dei più bei quadri.

Non è stato desiderio di sfrondare corone di alloro alle nostre contrade, ma amore del vero, se io ho procurato di chiarir questo punto controverso, il quale indirettamente collegasi con la quistione presente, imperocchè nell’esergo della riferita medaglia leggesi Via Traiana; e noi ci occuperemo dell’altra via omonima, la quale menava da Benevento a Brindisi.

Non è cosa facile il determinare quale delle vie muoventi da Benevento per le Puglie abbia avuto tal nome, o se ve ne sieno state due. Però, pria di tutto, bisogna avvertire che sia da credere che Traiano non abbia aperta una via addirittura nuova e diversa dalle esistenti tra questa città e Brindisi, ma (sulla scorta di Dione e di Galeno) che abbia restaurata, migliorata e, per

  1. Memorie Istoriche di Benevento (op. inedita, citata) Bibliot. Arcivescov. Benevento, lib. III, cap. II. pag. 53 e seg.
  2. Nell’opera: Romanorum Imp. numismata, fol. 178.