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292 via appia da benevento a brindisi

bardi, a favore di Maghenolfo, Abbate di S. Giovanni presso Port’Aurea in questa città (Maghenolfus abbas ecclesie sancti Joannis que constructa est ad portam auream) si parla chiaramente di detto luogo: «esse in eius potestatem casas et casalinas ipsas que in circuitu eidem ecclesie sunt, quam et valneum ipsum, quod ipse ursus sacerdos facere disponit in cisterna eiusdem ecclesie que est ante ipsa ecclesia, quam et vineam illam et horto uno teniente que est a foras porta aurea, et terre ipse de loco luceriole.» E non soltanto questo documento è prezioso perchè ci fa sapere che a quell’epoca si conservava ancora l’antica denominazione del pago romano alla contrada, ma ben anche perchè nel buio fitto dei secoli trascorsi è una chiave per farci procedere alla ricerca di quel luogo. Notisi, di fatti, che le concessioni contenute nel diploma in parola riferisconsi a beni messi intorno alla chiesa di S. Giovanni di Port’Aurea e fuori di questa porta; per la qual cosa non sembri strano se io penso che le terre le quali donavansi, de loco luceriole, sieno state messe pure lungo una via che muoveva da detta porta, e quindi lungo l’Appia. Luceriola era sita nella masseria o latifondo della Cancelleria, che fu proprietà del Barone dell’Aquila ed ora è del Sig. Giovanni de Giovanni; colà corrisponde esattamente la distanza di quattro miglia romane, la quale come abbiamo ora visto, intercedeva da Benevento a quella prima stazione. E che sia stato ivi è comprovato dall’affermazione medesima di Corcia e dell’Holstenio, ma con la rettifica di un malinteso nel quale incorsero. Sappiasi che Alberto di Morra, Beneventano, pria Cardinale Cancelliero, poi Papa Gregorio VIII, eresse il Priorato di S. Andrea, dotandolo del sudetto latifondo; il quale dalla qualità di Cancelliero del Morra prese il nome della Cancelleria1. Però è a notare che la chiesa dì S. Andrea detta della Piazza, a benefizio di cui fu istituito il sudetto Priorato, che nel 1400 da Papa Bonifacio IX fu concesso al Capitolo Metropolitano, era messa dentro la città, non fuori. Forse l’Holstenio dovè confondere il benefizio con la chiesa che

  1. Ricavata tale notizia dal fascicolo manoscritto Breve ristretto di molte cose della Città di Benevento, a firma di un tal Zeoli o Feoli, che si contiene nel tomo I. delle Scritture Miscellanee della Città di Benevento. Biblioteca Arcivescovile.