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220 arco del sacramento

che non ne abbiano compresa la destinazione e quindi la importanza, se pure non lo han giudicato un rudere informe, non meritevole di alcuna considerazione. Questo loro silenzio cresce valore ed importanza all’argomento che ho preso a trattare.

Nelle tavole XXX, XXXI, XXXII, XXXIII, XXXIV e XXXV il lettore troverà varii disegni di questo monumento, da me rilevati e che andrò illustrando man mano1. Avverto che fu mia cura, innanzi tutto, studiarlo anche in quelle parti che dalla via non si vedono, avendone avuto l’agio e l’opportunità secondo a suo tempo esporrò; e per siffatta guisa potei isolarlo tutto dagli edifizii che lo serrano.

Per meglio intenderci, il lettore si immagini di guardarne la facciata meridionale (Tav. XXX), la quale gli darà la più precisa fisonomia del monumento. Vedrà due stilobati, uno a destra e l’altro a sinistra, su di essi due pilastrate, sulle quali imposta un’arcata, e su di questa elevarsi un muro ben alto, per due piani, sino a sorreggere un tetto. Però di questo muro, di cui ho omessa una porzione, avendola stimata inutile, dovrà immaginare tolta quella parte che sta al disopra dell’arco più alto, essendo opera aggiuntavi di poi, siccome meglio in seguito farò vedere.

Stilobati. Ho detto che son due. Quello che si appoggia all’episcopio si vede meglio, presentando due facce completamente scoverte, l’una sotto il fornice (Tav. XXXI) e l’altra a mezzodì (Tav. XXX, stilobate a destra del riguardante); mentre il secondo presenta scoverta solo quella sotto il fornice (Tav. XXXII), essendo occupato a mezzodì dalla casa sudetta dell’avvocato Torre, (Tav. XXX, stilobate a sinistra del riguardante). Come di consueto, ambedue gli stilobati sono completi di zoccolo, dado e cimasa, costituiti di grossi parallelepipedi di pietra calcarea comune. Ogni stilobate misura in pianta, nella grossezza del dado, m. 6.50 × 3.00; val quanto dire che è un rettangolo con il lato maggiore m. 0.50 più lungo del doppio del minore (Tav. XXXIII). Queste proporzioni sono differenti molto da quelle della pianta dell’arco Traiano.

  1. Le prime cinque son disegnate ad 1/100 del vero, e l’ultima ad 1/10.