Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
4 | arco traiano |
Parimenti per errore vennero tutti appellati Archi Trionfali, mentre havvi di quelli che più propriamente sono Archi onorarii, »consacrati dalla riconoscenza o dalla adulazione alla memoria delle persone che ne formarono l’oggetto.» Così sono della prima specie l’Arco di Traiano in Benevento e di Tito in Roma, per dir di due, mentre sono della seconda quello a Traiano innalzato in Ancona, quello di Galieno a Roma, l’altro di Adriano in Atene.
Si ignora l’epoca prima cui risale siffatto genere di monumenti, che sembra per altro una creazione tutta Romana, non trovandosene affatto indizio presso gli altri popoli antichi nè per vestigie, nè per cenni storici. Quelli conosciuti esistere in tutte le regioni soggette al dominio di Roma incontestabilmente sono opera dei romani.
Forse la loro derivazione devesi agli archi provvisorii di legno che, con uso tenuto anche nell’epoca moderna, si innalzavano sulle vie che doveva percorrere il trionfatore; i quali venivano decorati con pitture, e per quel tempo che durava il trionfo vi si appendevano le spoglie opime proprie di quel trionfo. Mentre prima queste si appendevano nei tempii, costruiti per tal uso, come quello di Giove Faretrio sul Campidoglio,1 nel quale Romolo appese il trofeo riportato nella disfatta dei Ceninesi.
Per tal fine furono anche usati i grandi pilastri, sulle cui facce si appendevano le spoglie nemiche, o le colonne, che si decoravano dei trofei.
Poi l’usanza passò a fregiarne gli archi, stimati più adatti allo scopo. E ciò anche prima, come vuole Canina,2 che essi fossero innalzati sulle vie trionfali. Addita come tali quelli che fece costruire Lucio Stertinio nel foro Boario e nel circo Massimo.
La invenzione di siffatti monumenti, come dissi, sembra tutta romana, e dei tempi della Repubblica. Nell’ordine cronologico vengono prima quelli trionfali, poscia quelli onorarii.